E’ sempre meglio poterle riconoscere per imparare a gestirle. Tutti infatti almeno una volta nella vita le hanno provate, perfino i bambini.
Anche il giudizio comune si pone diversamente nei confronti della gelosia e dell’invidia.
La gelosia si scatena nel momento in cui si ha paura di perdere qualcuno, l’invidia scaturisce dal fatto che gli altri posseggano qualcosa (un oggetto, una dote, una posizione sociale), che noi non abbiamo ma la vorremmo e spesso desideriamo che venga perduta da chi già lo ha.
Il tipo di malessere che causano può essere simile, e forse è anche per questo che vengono scambiate.
La prima viene accettata di più in quanto vista come strumento per la salvaguardia del legame esistente con una persona amata, implica pure un aspetto romantico della situazione ed è considerata sinonimo di passione e amore.
GELOSIA
Da sempre la gelosia ha rivestito un ruolo importante nella vita degli esseri umani. Essa infatti è parte integrante della vita dell’uomo, lo accompagna sin dalla prima infanzia e viene provocata da situazioni via via diverse durante la sua crescita:
dalla gelosia verso le proprie figure genitoriali, passando dalla gelosia verso alcuni oggetti particolarmente significativi e quella che nasce in determinati contesti sociali quali l’ambiente scolastico o di lavoro (caratterizzata per lo più da competizione), fino ad arrivare alla gelosia provocata da eventi che minacciano la propria vita di coppia.
La gelosia è un’emozione complessa e molto frequente che può essere definita come un modo di reagire alla percezione che un’importante relazione interpersonale oppure un oggetto sia minacciata/o da altri. Infatti, oltre alla gelosia relativa alle relazione, vi è anche una gelosia nei confronti di beni, oggetti o posizioni in cui è centrale la paura che il loro possesso o esclusività vengano messe a repentaglio (D’Urso, 2013).
Quando si prova gelosia si esperisce uno spiacevole stato di allerta e di minaccia di perdita di qualcosa o qualcuno; nelle sue forme più acute è accompagnata da tipiche attivazioni fisiologiche e tipici comportamenti e può impattare in modo significativo sui processi cognitivi e sulla memoria.
Come le altre emozioni, anche la gelosia può essere attivata da pensieri inerenti circostanze esterne e/o immagini mentali e ricordi.
INVIDIA
L’invidia, pur non essendo annoverata tra le emozioni fondamentali, riveste una grande rilevanza nella vita affettiva degli individui. Fa riferimento ai valori e all’immagine di sè e, in particolare, alla base si riscontrano sentimenti di mancanza, di rivalità e senso di inferiorità.
Vi è una differenza fondamentale tra il semplice desiderare e l’invidiare perchè nell’invidia è essenziale la componente emotiva di rivalità con l’altro: l’esistenza di un bene/condizione posseduto/a da altri ingenerano un senso di mancanza, di inferiorità e di inadeguatezza nel soggetto. Dunque, la base dell’invidia è una mancanza, o meglio anche dire la percezione di una mancanza, resa evidente da un confronto sociale; tale mancanza è spesso attribuita a proprie carenze personali, può indebolire la propria immagine di sè, e di conseguenza aumentare il senso di inferiorità.
In termini di tendenza all’azione e al comportamento, l’invidia può indurre ad azioni aggressive espressamente dirette a danneggiare la persona invidiata. Viceversa, vi può anche essere un atteggiamento passivo in cui si rinuncia a lottare per il bene invidiato e prevale un generale senso di sfiducia in se stessi e di autocommiserazione.
In generale, l’emozione dell’invidia è qualcosa che non si ammette volentieri e tende ad essere negata da chi la prova.
In generale, si nega l’invidia perchè non si vuole apparire come perdenti in un confronto nè come persone che spendono energie e risorse per danneggiare l’altro al posto che per raggiungere una meta desiderata. Tuttavia, secondo altri autori vi sarebbero accezioni positive dell’invidia, un’ invidia “buona” che porterebbe la persona a confrontarsi con l’altro al fine di raggiungere i propri scopi in ottica migliorativa. In tal senso può esserci un’identificazione positiva con l’altro.